Sono sr Sunitha Pamula, missionaria in Brasile dal 2015. Al momento sto lavorando a Santa Rita do Weil, nella parrocchia di São Paulo de Olivença, nell’Alto Solimões, Amazonas, Brasile.

Nomague (Buongiorno), chavega Sunitha (il mio nome è Sunitha), questo è il modo di salutare in lingua Ticuna. Volete imparare qualche altra parola? Eccole qui: chamacu (amico), ngiãma (andiamo) , duri (farfalla), Mai (albero) Tupana (Dio) … e per oggi è abbastanza!

Quest’anno abbiamo vissuto la Settimana Santa in un modo molto diverso, insieme ad uno dei gruppi etnici del Brasile, la tribù Ticuna, che vivono intorno alla comunità di Vendaval, della parrocchia di Belem Solimões.

Vorrei cominciare questo articolo raccontandovi la storia del giovane Aldemir.

Aldemir, un giovane Ticuna della comunità di BarroVermelho, voleva diventare sacerdote. Ha cominciato il processo di discernimento vocazionale; dopo due anni, ha compreso che non era quella la sua vocazione e, di conseguenza, ha abbandonato il percorso, è tornato a casa e si è sposato. Si può dire però che ha continuato a sentire la chiamata di Dio a fare qualcosa di diverso. Con l’aiuto delle sorelle Izabel, Luísa e Júlia (del Progetto Intecongregazionale del Consiglio Nazionale dei Vescovi del Brasile a Vendaval) Aldemir partecipò ad alcuni corsi di formazione e al momento sta frequentando il corso per i ministri della Parola (Catechisti) a Belém de Solimões. Al presente sta anche lavorando come catechista nella comunità Nuova Speranza che si trova sulla riva del fiume Evare, a circa un’ora e mezza di barca da Vendaval (una piccola barca di legno con un motore esterno), dove non ci sono mezzi di comunicazione o dispensari e l’elettricità è precaria. Con la collaborazione del capo della comunità, lui ha cercato di proibire il consumo di bevande alcoliche, specialmente durante la tradizionale e molto importante celebrazione chiamata: “giovane ragazza”, che segna l’ingresso di una ragazza nella pubertà. Con il supporto di Aldemir, la comunità ha costruito una Chiesa Cattolica e ha risolto molti conflitti scoppiati proprio per il consumo di droghe e bevande alcoliche.

Noi (sr. Stella, P. Marcos e io) abbiamo passato la Settimana Santa a Vendaval con la presenza di molti giovani che vogliono essere missionari, catechisti o ministri della Parola. Vogliono visitare le comunità rurali per arrivare a conoscerle e aiutarle nelle loro celebrazioni. Guardando a questi giovani così pieni di talenti che si rendono disponibili per il lavoro dell’evangelizzazione, noi sentiamo che il futuro della Chiesa locale è nelle loro mani. E’ sufficiente offrire la formazione adeguata perchè loro possano trasformare le loro vite e diventare testimoni del grande amore di Dio, attraendo in questo modo molte altre persone al Regno di Dio.

Di Giovedi Santo, quando siamo arrivati a Vendaval, non c’era elettricità né acqua. Abbiamo raccolto l’acqua dal fiume, and cercato delle candele per illuminare la casa dove stavamo. Nonostante tutti questi inconvenienti siamo riusciti a vivere una gioiosa celebrazione dell’Ultima Cena del Signore. La chiesa era strapiena, con tante persone, bambini inclusi. Non abbiamo organizzato la cerimonia della lavanda dei piedi a causa della pandemia, ma c’è stato un gesto molto significativo da parte del celebrante.

Il giorno seguente avevamo pensato di visitare le comunità, ma la pioggia ha distrutto tutti i nostri programmi, come si dice “l’uomo propone e Dio dispone”. Non c’era luce né pane, ma la Provvidenza di Dio non fa mai mancare nulla. Abbiamo ricevuto le banane, che sono state la nostra sopravvivenza per colazione e cena per tre giorni, poi siamo andati alla comunità Nuova Galilea.

Arrivati lì siamo rimasti stupiti guardando al Ministro della Parola, che era molto giovane, solo di 18 anni, eppure ha diretto la celebrazione con efficienza, coraggio e buon spirito. Il suo accompagnamento con la chitarra ha aggiunto bellezza alla celebrazione. La vibrante partecipazione dei giovani e dei bambini è stata davvero apprezzabile. Anche se la Via Crucis era programmata per le 3 del pomeriggio, la gente è arrivata alle 7 di sera come loro abitudine, nonostante non ci fosse elettricità. Ci venivano alla mente le parole di papa Francesco “vivere con l’odore delle pecore” e abbiamo realizzato cosa vuol dire.

Il Sabato Santo siamo andati a visitare le comunità di BarroVermelho e Nova Esperança. Sulla strada per giungere a queste comunità, navigando sul fiume Evare, ero meravigliata e rapita dalla bellezza della creazione di Dio, l’architetto perfetto. Sentivo come ogni pianta, albero e pesce, come la pioggia, il clima, la gente e gli animali stessero lodando e glorificando Dio per la sua immensa miericordia.

La Domenica di Pasqua eravamo al matrimonio di un catechista della comunità di Nupune. Il rito del matrimonio era celebrato secondo la cultura locale e in lingua Ticuna. La sposa e lo sposo hanno pronunciato le promesse nella loro lingua e il simbolo del matrimonio, cioè gli anelli nuziali, erano fatti di semi di tucumã. Il matrimonio è stato molto semplice, ma avrà sicuramente un impatto sulla comunità e sui giovani nel loro desiderio di sposarsi nella Chiesa Cattolica. Il ricevimento di nozze ha messo insieme molte famiglie sotto lo stesso tetto. La coppia stessa ha servito il cibo a tutti gli ospiti. Noi ci siamo seduti sul pavimento formando un grande cerchio, mentre al centro c’erano i contenitori col cibo. Tutti gli ospiti sembravano formare un’unica famiglia appartenente a Gesù, che mangiava e si divertiva facendosi compagnia. Tutto questo mi ha ricordato la prima comunità cristiana descritta negli Atti degli Apostoli (At 3,42-47), dove si viveva la comunione fraterna, si condivideva il pane e la preghiera.

Sr. Stella ed io siamo ritornate a Santa Rita piene di gioia e i nostri cuori ardevano proprio come quelli dei discepoli di Emmaus nel dire tutto quello che era avvenuto a Vendaval e nelle comunità Ticuna durante la Settimana Santa.  Da questa esperienza ho imparato che lavorare in gruppo (in particolare insieme ai Frati Cappuccini e ai laici) ci aiuta a raggiungere le persone in necessità, nei posti più lontani, nelle periferie geografiche. Il mio cuore arde di immensa gratitudine a Dio per la Mia Congregazione, che mi permette di vivere la mia vocazione religiosa missionaria in questa realtà, sul triplo confine tra Brasile, Perù e Colombia.

Ir. Sunitha Pamula – Santa Rita do Weil, Provincia Brasile Nord/Sud

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