Ogni anno quando arriva Pentecoste vengono annunciate i nomi delle missionarie dell’Immacolata che vengono destinate alla missione: quando sentivo i loro nomi, ero solita pensare che un giorno in quella lista ci sarebbe stato anche il nome…E nel 2016 è diventato vero anche nella mia vita. Ero a Vinukonda, in Andhra Pradesh (India), era il mercoledi della Settimana Santa e intorno alle ore 20.30 arriva una telefonata. Mentre sentivo il telefono squillare, una voce dentro di me mi diceva ‘questa telefonata è per me, è la Madre Generale’; in quel momento una delle sorelle della mia comunità mi chiama e mi dice che la telefonata era per me; allora corro con ansia verso il telefono e scopro che era proprio la Madre Generale, sr. Rosilla Velamparambil. Cominciò a parlarmi con delicatezza, chiedendo di me e delle mie attività, e successivamente pian piano mi disse che ero stata destinata alla missione in Papua Nuova Guinea: “Sei pronta per partire?” mi chiese. Senza pensare niente ero felicissima e risposi: “Si!”. Sr. Rosilla mi ha subito incoraggiato ad essere coraggiosa ed affidare tutta me stessa alla volontà di Dio.

Successivamente sono stata mandata a Bangalore, in Karkataka (India) per un anno di corso di spiritualità, come preparazione alla missione. Oggi vedo come quel periodo sia molto utile ed efficace per il mio apostolato. Mi sento orgogliosa di riconoscere che durante la mia preparazione ho sempre sentito Dio al mio fianco, Lui che ha operato molte meraviglie e miracoli nella mia vita, e molto spesso mi sentivo rafforzata da queste parole: “Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario” (Sal 27,4); “Il tuo volto, Signore io cerco, non nascondermi il tuo volto” (Sal 27,8-9).

Il 4 gennaio del 2017, ho ricevuto il mandato missionario insieme a sr. Helen Antony. E’ stato un giorno indimenticabile per me, dove ho potuto sentire di essere rafforzata in maniera speciale dallo Spirito del Signore, mentre durante la celebrazione eucaristica tutti pregavano per noi. Ho potuto percepire una sorta di nuova energia e il coraggio per continuare la mia nuova missione in Papua Nuova Guinea, la mia terra promessa.

ARRIVO IN PNG E PERIODO DI INSERIMENTO

Il 27 settembre 2017 ho iniziato la mia missione in PNG con il supporto e la benedizione della nostra cara superiora provinciale Sr. Mary George, del suo consiglio e delle sorelle della comunità di Secunderabad. Durante il mio volo per la PNG il Signore è stato così buono con me che il viaggio è stato piacevole e senza difficoltà. Quando sono arrivata a Singapore il Signore mi ha poi donato un altro angelo, sr. Irene Kuam, mdi papuana, che avrebbe viaggiato con me, e così la mia felicità era raddoppiata, mentre siamo arrivate sane e salve.

Sr. Bridgit Suvakeen e Sr. Lucy Dsouza sono venute all’aeroporto per accoglierci, e mentre arrivavamo a casa le ragazze del nostro ostello ci hanno dato il benvenuto con una bellissima danza, e ci donano il blum e il Lap Lap, segni della cultura papuana. Era qualcosa di totalmente nuovo che ha provocato in me una grande gioia e mi ha fatto sentito accettata. Anche se la Superiora Delegata a quel tempo sr. Mary Cheenkallel era in vacanza, l’ho sentita vicina, perchè era solita chiamarmi di quando in quando per incoraggiarmi ad essere una missionaria gioiosa. Per qualche giorno sono stata nella sede di Delegazione e le sorelle della comunità, sr. Bridgit, sr. Lucy and sr. Kala sono state davvero molto comprensive e gentili nei miei confronti. Erano solite condividere con me la loro esperienza di missione e cercavano di aiutarmi e farmi sentire a casa. Sr. Bridgit ha organizzato un bel programma apposta per me per visitare le diverse comunità per imparare e inserirmi nel contesto della nuova cultura. Mentre visitavo la maggior parte delle comunità, vedevo le sorelle molto attive nel loro lavoro missionario, gioiose, generose, preparate al sacrificio e pronte a fare qualsiasi cosa. Sono stata attratta dalla loro vita semplice e sobria.

LA MIA MISSIONE NELLA COMUNITA’ DI VANIMO

Il 19 dicembre ho raggiunto la comunità di Vanimo insieme alle sorelle della mia comunità che hanno viaggiato con me da Port Moresby a Vanimo. Le sorelle, le novizie e alcune donne del luogo mi hanno dato il benvenuto, facendomi sentire a casa. L’amore e il supporto delle sorelle della mia comunità mi ha reso capace di affrontare nuove responsabilità, di amare e rispettare la gente e la cultura e di continuare in maniera efficace la mia missione. Mi è stato chiesto di prendere l’incarico di sr. Elizabeth Joseph nel coordinare l’apostolato della vita famigliare nella Diocesi. Lei mi ha insegnato molte cose, specialmente la pazienza e l’umiltà ed è stata per me di ispirazione per continuare il mio lavoro con fedeltà. Come nuova missionaria ho sperimentato anche molto supporto e incoraggiamento dai miei superiori: Sr. Marilena Kizhakekara and Sr. Alessandra Camatta.

SFIDE E DIFFICOLTA’

Dio è sempre buono e misericordioso, non solo nei momenti positivi, ma anche in quelli negativi. Nella mia esperienza in una nuova terra, ho sentito come il Signore fosse sempre con me come un buon pastore e mi proteggesse da tutti i pericoli. Nell’affrontare una nuova missione ci sono molte sfide: prima di tutto essendo una nuova missionaria, tutto era nuovo per me, e le cose non fluiscono nello stesso modo in cui ce le aspettiamo. Bisogna avere molta pazienza e aspettare nella speranza. Noi missionari possiamo anche comprendere I bisogni della gente e pianificare per il meglio, ma potrebbero non esserci il supporto finanziario e/o la cooperazione. La Diocesi,infatti, non ha abbastanza autonomia economica per finanziarci, il Governo promette ma fornisce solo parole e non fatti, qualche volta poi anche la gente non comprende che quello che stiamo facendo porterò loro dei benefici. A volte si sente un po’ di scoraggiamento, quando vediamo che la gente non coopera e non comprende la nostra presenza, ma ci sono anche delle brave persone che sono sempre al nostro fianco, lavorano con noi e ci aiutano, persone che ci incoraggiano ad andare avanti con speranza.

In Papua Nuova Guinea ci sono inoltre molti problemi sociali: violenza domestica, problemi famigliari causati dalla mancata fedeltà, dalla mancanza di rispetto all’interno della famiglia. Spesso le donne e i bambini sono privati dei loro diritti, i piccoli abusati e trascurati e nella fascia giovanile l’influenza dei pari, la disoccupazione, creano situazioni negative di dipendenza dalla droga, illegalità, prostituzione, aborto, AIDS. Il popolo papuano è generalmente molto povero e molte persone vengono spesso a chiedere aiuto, che noi purtroppo non riusciamo sempre a dare.

Viaggiare è un altro rischio, ma sento che il Signore è sempre con me e mi protegge da tutti i pericoli, come ci dice la parola di Dio: ‘Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare.’ (Is 43:2). Questo è vero anche nella mia vita, specialmente quando vado nei villaggi o in zone remote, posso sperimentare la protezione di Gesù.

Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. (Sal 103,3).

Si, mi sento solo ringraziare e glorificare il Signore Onnipotente per il suo meraviglioso amore, per la sua bontà e misericordia, che ho potuto sperimentare in questi tre anni di vita missionaria. Come lui è fedele a me, anch’io voglio essergli fedele, nel compiere la sua missione con pazienza e umiltà.

sr. Rose Mary Arlandu – Provincia Papua Nuova Guinea, India – Hyderabad

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