Siamo a Dhanjuri. Sera del Giovedì Santo. Ormai la messa in Cena Domini è terminata ed è tempo della preghiera di adorazione e contemplazione attorno allo scurolo che accoglie il SS. Sacramento. Qui è tradizione che ogni villaggio faccia a turno il suo momento di preghiera, così uno dopo l’altro si susseguono i vari gruppi fino a notte inoltrata. Noi suore non abbiamo un turno preciso, restiamo in chiesa e accompagniamo la preghiera di tutti.

È bello vedere come il villaggio partecipa a questo momento: le persone arrivano insieme, insieme pregano e se ne vanno insieme come una grande famiglia. Io ascolto le loro voci, le preghiere recitate, i canti. La preghiera è incessante. Un’invocazione che non trova riposo.

Mi fermo per un momento a guardare un gruppo e mi accorgo che sono tutte donne con i loro figli. Non c’è nemmeno un uomo. Allora mi nasce un pensiero: quel Gesù Signore di tutti ora qui è lo sposo di tutte. Ascoltando queste donne, guardando come accompagnano con il corpo la loro preghiera, tenendo in braccio i loro figli, appaiono come tante vedove intente nel loro lamento. Come le donne che seguivano Gesù, quelle stesse donne che vanno al sepolcro per riattivare una presenza che sembra scomparsa. Così unisco la mia preghiera alla loro e a quella di tutta l’umanità nella speranza di riattivare una presenza che sembra non essere più.

Nelle situazioni spesso attraversate da violenza, povertà, ingiustizie, la sensazione è quella di un vuoto, di una mancanza, eppure il Signore è presente nello scurolo del mondo, in luoghi e momenti che noi non riusciamo a comprendere. A noi è  chiesto di rimanere in attesa, come Gesù chiede ai suoi discepoli nel Getsemani, vegliando e pregando, per sostenere il dono che Cristo fa di sè per la nostra salvezza.

In questo momento e con questa preghiera mi sento parte di un tutto che è la Chiesa raccolta da un unico pastore, Cristo. Di un tutto che è l’umanità in cammino verso un’unica meta, la vita nuova.

Il Giovedì Santo, che apre la Passione di Cristo, ci immerge nel momento più alto della fede cristiana e ci unisce a tutte quelle passioni vissute come la preghiera di questi villaggi, vegliando con fede e speranza in attesa di una nuova luce e un nuova vita che solo la Risurrezione può dare.

sr. Silvia Leoni – Bangladesh

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