Solennità di Pentecoste 2020 

Carissime Sorelle,

La solennità di Pentecoste è per noi una festa particolarmente attesa perché la distinguiamo per la sua dimensione missionaria e perché, nella tradizione del nostro Istituto, è il giorno in cui, alcune di noi, ricevono la destinazione per la missione.

A Pentecoste le porte del Cenacolo si aprono; la paura che aveva tenuto al chiuso i discepoli, ora si trasforma in coraggiosa testimonianza.

Terminato il lockdown gli Undici avrebbero semplicemente potuto riprendere la vita lì dove si erano fermati quella sera, dopo i giorni sconvolgenti della passione, morte e risurrezione del loro Maestro.

Qualcosa, invece, succede per la prima volta nella loro vita: un’inedita esperienza dello Spirito li rende uomini nuovi, liberi e coraggiosi; li rende missionari! Gesù lo aveva loro annunciato: «quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza, e anche voi mi renderete testimonianza» (Gv15,26-27). A Pentecoste la Parola inizia, così, la sua corsa e partendo da Gerusalemme viene annunciata lungo tutti i secoli a uomini e donne, in qualsiasi luogo e situazione, perché essi facciano esperienza dell’incontro personale con Gesù Cristo.

Anche noi oggi, dopo la dura prova di una pandemia di cui ancora non intravvediamo la fine, potremmo essere semplicemente frettolose di tornare alla normalità, riprendendo tutto come prima. Più saggiamente, invece, abbiamo l’opportunità di vivere questo momento storico cercando insieme di cogliervi gli inviti del Signore, la “buona notizia” che Egli ha in serbo per noi e per l’umanità, mentre attraversiamo questa esperienza dolorosa.

Questa calamità ci ha fatto rendere conto di tante false sicurezze, dei nostri limiti nel fissare tempi e regole, della necessità di scoprire ciò che è davvero prioritario e umanizzante…Questo, attraverso un ritmo di vita più rallentato, è sicuramente un tempo propizio per cogliere nuove intuizioni, scoprire nuove chiamate del Signore.

Nella lenta e graduale ripresa che tutti auspichiamo credo ci accomuni il bisogno di spazi di confronto, nei quali dare consistenza a sentimenti e interrogativi rimasti inespressi, cercando insieme delle risposte. Sarebbe bello in questa “storica ed unica Pentecoste” condividere la risposta a una semplice ma profonda domanda: “Quale esperienza dello Spirito abbiamo fatto in questo tempo?”

Se saremo aperte all’ ascolto attento e sincero le une delle altre, assisteremo ad un vero miracolo che, come nella Pentecoste di Gerusalemme, non consisterà nella molteplicità di linguaggi, ma nella comprensione comune e profonda di una parola, di un’intuizione, di un’esperienza condivisa che è dono dello Spirito per continuare a vivere la grazia del carisma nei diversi contesti umani, culturali e di fede nei quali siamo presenti.

Per questo chiediamo al Signore il dono dello Spirito Santo, il dono della saggezza che ci insegna a guardare con gli occhi di Dio, a sentire con il cuore di Dio, a parlare con le parole di Dio.

Con gratitudine, affetto e umiltà, resto unita a tutte voi insieme a Maria e agli apostoli, riuniti nel Cenacolo, implorando il dono dello Spirito, in particolare sulle sorelle oggi destinate:

Sr. Teena D’ Souza dalla provincia Vijayawada alla provincia Camerun
Sr. Jackuline Arul Raj dalla provincia Vijayawada alla provincia Papua Nuova Guinea
Sr. Shuly Pascalina Rozario dalla provincia Bangladesh alla provincia Brasile Nord
Sr. Suchitra Perpetua Purification dalla provincia Bangladesh alla provincia Papua Nuova Guinea
Sr. Simona Puliga dalla provincia Camerun alle comunità di Algeria
Sr. Leah Baituma dalla provincia Papua Nuova Guinea alla delegazione Guinea Bissau

 

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