Quando penso alla mia vocazione vedo che le sue radici affondano all’inizio della mia vita.

Credo che tutto sia cominciato il giorno del mio Battesimo quando al termine della cerimonia il sacerdote, guardandomi, mi disse: “Bene Silvia, adesso fai disperare un pò i tuoi genitori”.

Certo a quel tempo io non ho capito molto e nemmeno sono mai stata una ragazza agitata o particolarmente difficile, anzi, posso dire di essere da sempre una persona “ordinaria”. Penso, però, che quell’invito si sia impresso dentro di me e si sia tradotto nella mia vita nella voglia di ricerca e nella capacità di non accontentarmi.

Sono sempre stata educata dai miei genitori alla verità e lealtà, alla serietà e all’impegno, per riuscire a inseguire sempre il meglio, per me e per gli altri. Così quando, a un certo punto della mia vita, ho cominciato a sentire l’insoddifazione crescere in me non mi sono accontentata del di più, ma ho voluto cercare il meglio.

In quel periodo, nelle mie giornate, c’era sempre un però che non mi lasciava tranquilla. Esternamente avevo tutto ma dentro avevo un non so che di incompiuto. Nelle mie esperienze mancava sempre un tassello che non mi permetteva di essere pienamente felice.

Così ho cominciato la mia ricerca: non ho fatto grandi viaggi e nemmeno esperienze spirituali particolari ma nella mia quotidianità sono scesa nel profondo di me stessa, dove il Signore mi attendeva, in quell’angolo dei desideri che dà forma alla vita di ogni essere umano.

Mi sono riavvicinata alla preghiera e all’Eucarestia fino a vedere in modo chiaro quel pezzettino che mi mancava: essere suora in missione. Da quel momento ho scoperto come nella mia ferialità il Signore mi ha accompagnata e curata: l’educazione ricevuta in famiglia, la presenza di insegnanti ed educatori, i miei amici, sono tutte parti di un grande progetto ideato solo per me, per farmi giungere a comprendere e gustare ciò che il Signore vuole per me.

Ho cominciato poi a ricercare un istituto dove vivere come consacrata per la missione. Anche in quell’occasione come se fosse la cosa più naturale da fare mi è stato detto: “Prova dalle Missionarie dell’Immacolata e poi deciderai”. Io ho provato e non me ne sono più andata.

Ho fatto la professione nel settembre 2009 e dopo qualche anno vissuto in Italia ho ricevuto la destinazione per il Bangladesh.

Ora vivo nella periferia di Dhaka, nella zona industriale dove tanti bengalesi arrivano per trovare lavoro. I cristiani sono pochi e non hanno visibilita’ in un paese che per il 90% e’ mussulmano.

La mia missione si svolge nella quotidianita’ e nella discrezione. E’ fatta di incontri, relazioni, ascolto, preghiera. Qui ancora una volta mi accorgo come il Signore mi chiede di vivere la fede in modo ordinario, di essere presenza mite e concreta. Di camminare accanto a tutti, non solo ai cristiani, per mostrare l’amore universale di Dio ad ogni persona che si fa compagna di viaggio.

Qui ancora una volta vengo sorpresa dalla quotidianita’!

Sr. Silvia Leoni – Provincia Italia/Bangladesh

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